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"L’utilizzo dello smart working semplificato terminerà con la fine dell’anno. È opportuno che, in vista di questa scadenza, le imprese predispongano per tempo una policy aziendale (o negozio un accordo sindacale) con regole sul lavoro agile su misura delle esigenze aziendali."
Parità di trattamento per assegno di maternità ai cittadini di Paesi terzi
I cittadini di Paesi terzi che soggiornano legalmente in Italia e sono titolari di un permesso unico di lavoro hanno diritto all’assegno di natalità e di maternità anche se sono sprovvisti dello status di soggiornanti di lungo periodo. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha precisato che l’assegno di natalità e quello di maternità sono prestazioni di sicurezza sociale e competono (anche) ai cittadini di Paesi terzi in virtù del principio di parità di trattamento previsto dall’art. 12 della direttiva comunitaria 2011/98. Il principio non può subire limitazioni per il fatto che il cittadino straniero non rientra nella categoria dei soggiornanti di lungo periodo.
Corte di Giustizia UE 02/09/2021 (causa C-350/20)
Patto di non concorrenza valido anche per mansioni non incluse nel ruolo
Il patto di non concorrenza può ricomprendere, oltre alle specifiche mansioni assegnate al dipendente, altre prestazioni lavorative che rientrano nel perimetro dell’attività economica del datore di lavoro. Il patto di non concorrenza può, in altri termini, estendersi ad attività che non rientrano nel campo delle mansioni oggetto del contratto di lavoro, ma che sono parte del più ampio business del datore di lavoro. L’estensione dei limiti previsti nel patto di non concorrenza non può essere tale, tuttavia, da compromettere ogni spazio di ricollocazione professionale del lavoratore.
Cass. 25/08/2021 n. 23418
Green Pass verso estensione dell’obbligo
Il Governo Italiano sta valutando di estendere l’obbligo del Green Pass ai lavoratori che operano nei settori dove l’esibizione del certificato elettronico è richiesto a clienti e consumatori: ristorazione, trasporti, teatri, cinema, palestre, etc. La platea dei lavoratori obbligati a presentare il Green Pass per accedere al posto di lavoro pare, dunque, destinata ad estendersi oltre i settori (scuola, sanità, etc.) dove è in vigore l’obbligo vaccinale.
Nulla la clausola risolutiva del patto di non concorrenza in costanza di rapporto
È nulla la clausola del patto di non concorrenza nella quale si prevede la facoltà di recesso del datore di lavoro prima della cessazione del rapporto. Né rileva che il recesso datoriale dal patto di non concorrenza sia stato esercitato alcuni anni prima della risoluzione del rapporto di lavoro. Il lavoratore ha subito la compressione della propria libertà di progettare il futuro professionale dal momento in cui ha sottoscritto il patto di non concorrenza. Per questo motivo, la clausola risolutiva del patto di non concorrenza affidata alla mera discrezionalità del datore di lavoro è nulla e il lavoratore ha diritto al relativo compenso.
Cass. (ord.) 01/09/2021 n. 23723
Infortunio mortale durante il tragitto verso l’abitazione del collega non è indennizzato
L’infortunio mortale occorso ad un lavoratore mentre accompagnava un collega verso la propria abitazione non comporta il diritto degli eredi all’indennizzo. La scelta del dipendente, effettuata per motivi personali, di fare un percorso diverso da quello richiesto per rientrare a casa dopo il turno di lavoro costituisce “rischio elettivo”. A tale proposito, è rischio elettivo quello generato da un comportamento estraneo all’attività lavorativa per effetto di una scelta arbitraria del lavoratore.
Cass. 03/08/2021 n. 22180
Sanzione disciplinare più severa in caso di disvalore ambientale del comportamento scorretto
In presenza di licenziamento per giusta causa, la valutazione sulla proporzionalità tra il fatto contestato in sede disciplinare e la sanzione massima espulsiva deve essere fatta prendendo in esame anche il contesto ambientale e la posizione professionale ricoperta dal lavoratore. Se il comportamento inadempiente, in virtù del ruolo aziendale rivestito dal lavoratore, assurge a modello diseducativo per gli altri dipendenti, disincentivando l’adempimento degli obblighi di diligenza e fedeltà, è giustificata l’irrogazione di una sanzione disciplinare più severa.
Cass. 10/08/2021 n. 22592
CEO della capogruppo responsabile per infortuni occorsi in una controllata
L’autonomia giuridica degli amministratori della società controllata non impedisce che sorga una parallela responsabilità a carico dell’amministratore delegato della capogruppo per avere deliberato iniziative in violazione della disciplina antinfortunistica. Questa conclusione è confermata nel caso in cui lo statuto della società capogruppo preveda espressamente in capo alla controllante non solo compiti di holding di partecipazione, ma anche di holding operativa e gestoria.
Cass. 06/09/2021 n. 32899
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