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"Il datore non può licenziare per ragioni aziendali se prima non verifica lo spazio per altre mansioni anche inferiori."
Obbligo di rilevazione degli orari di lavoro anche per i collaboratori domestici
I collaboratori domestici devono poter beneficiare del diritto alla rilevazione del loro orario di lavoro, considerato che in mancanza di tali rilevazioni viene impedito ogni controllo sul rispetto dei turni di lavoro e i collaboratori sono esposti ad abusi. La Corte d Giustizia ha reso questo principio, osservando che contrasta con il diritto comunitario la normativa o prassi nazionale per cui nei rapporti di lavoro domestico i datori di lavoro sono esentati dall’obbligo di istituire un sistema di misurazione della durata dell’orario di lavoro. La mancanza in capo al datore di un obbligo di rilevazione dell’orario di lavoro dei collaboratori domestici contrasta con la Direttiva UE 2003/88, in quanto impedisce di controllare il rispetto dei limiti dell’orario massimo di lavoro e, quindi, non consente ai collaboratori domestici di rivendicare le ore di straordinario e il rispetto dei riposi obbligatori. La Corte d Giustizia segnala che la mancanza di un riscontro oggettivo sugli orari di servizio è anche foriera di pregiudizi per la salute e di possibili abusi nei confronti dei collaboratori, che sono la parte debole del rapporto di lavoro domestico.
Corte di Giustizia dell’Unione Europea 19/12/2024, causa C-531/23
Chiarimenti INPS su prescrizione e decadenza del congedo di paternità obbligatorio
L’INPS ha fornito chiarimenti riguardo i regimi di prescrizione e di decadenza applicabili con riferimento al congedo di paternità obbligatorio previsto dalla legge (art. 27-bis, D.lgs. n. 151/2001). Il termine di prescrizione del diritto all’indennità (pari al 100% della retribuzione) è fissato in un anno (decorrente dal momento in cui sorge il diritto all’indennità), in analogia a quanto previsto per il congedo di maternità e di malattia. Il termine di decadenza riguarda l’esercizio dell’azione giudiziaria avverso un provvedimento amministrativo dell’INPS sfavorevole al lavoratore. Anche in tal caso, se il provvedimento riguarda il congedo di paternità obbligatorio si applica il termine di un anno, che decorre: (i) dalla data della decisione dell’INPS sul ricorso amministrativo d’impugnazione del provvedimento, ovvero (ii) dalla data di scadenza del termine stabilito per la pronunzia della predetta decisione, ovvero (iii) dalla data di scadenza dei termini previsti per la conclusione del procedimento amministrativo.
INPS, Messaggio 17/12/2024 n. 4301
Licenziamento illegittimo se le critiche offensive al datore sono diffuse tramite mailing list chiusa
Le espressioni offensive rese da un lavoratore nei confronti del datore di lavoro non possono costituire giusta causa di licenziamento laddove siano contenute in comunicazioni dirette a un determinato gruppo di persone e non a una moltitudine indeterminata. In applicazione di tale principio, è illegittimo il licenziamento per giusta causa del lavoratore membro del comitato tecnico di un’associazione sindacale che abbia diffuso un messaggio caratterizzato da un linguaggio offensivo e contenente di forti critiche nei confronti del datore di lavoro, se la diffusione sia avvenuta tramite una mailing list visibile esclusivamente ai soli iscritti al sindacato e non aperta a terzi estranei.
Cass. (ord.), 18/12/2024 n. 33074
Pubblicato il bando sui finanziamenti a fondo perduto per progetti di salute e sicurezza sul lavoro
L’INAIL ha pubblicato il Bando ISI 2024 sui finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di progetti di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le risorse destinate ai progetti ammontano a € 600 milioni e sono ripartite per regione/provincia autonoma e per assi di finanziamento. Possono proporre domanda di finanziamento le imprese iscritte alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura e gli enti del terzo settore. Il Bando ISI 2024 presenta diverse novità rispetto ai bandi degli anni precedenti, in particolare riguardo alle risorse economiche, ai requisiti soggettivi e agli interventi ammessi. Inoltre, il Bando introduce innovazioni procedurali che semplificano gli adempimenti necessari alla presentazione della domanda, che deve avvenire in formato digitale. Le date di apertura e chiusura della procedura informatica, saranno pubblicate entro il 26 febbraio 2025 sul sito web di INAIL nella sezione dedicata al Bando ISI 2024.
Inail Avviso Pubblico 18/12/2024
Onere della prova per il riconoscimento dell’equo indennizzo per malattia professionale
Ai fini del riconoscimento dell’equo indennizzo per malattia professionale, il lavoratore è tenuto ad allegare la prova della presenza nell’ambiente di lavoro di uno o più fattori di rischio per la sua salute. Grava, invece, sul datore di lavoro l’onere di dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie per impedire il verificarsi dell’evento dannoso. Ritenuto sussistente il nesso di causa tra la nocività dell’ambiente di lavoro e la patologia che aveva provocato il decesso del lavoratore, non è richiesto al lavoratore di provare l’inadempimento datoriale attraverso l’individuazione di specifici obblighi di comportamento. Al contrario, è il datore di lavoro che, per liberarsi da responsabilità, deve offrire la prova di aver adottato tutte le cautele e misure necessarie allo scopo di tutelare l’integrità psicofisica del dipendente deceduto.
Cass. (ord.) 19/12/2024 n. 33307
È legittimo il rifiuto del lavoratore di adempiere ad un ordine datoriale contra legem
Il lavoratore è tenuto a rifiutarsi di eseguire un ordine illegittimo impartito dal superiore gerarchico e ha, inoltre, il diritto di astenersi dalla prestazione di lavoro a tutela della propria incolumità laddove gli sia richiesto di compiere attività pericolose. Pertanto, in applicazione del suddetto principio, è stato ritenuto legittimo il comportamento di un autista che si era rifiuto di svolgere una manovra in violazione della segnaletica orizzontale di striscia longitudinale continua e in prossimità di una curva, che avrebbe comportato la violazione del Codice della Strada, nonché un rischio per l’incolumità dei passeggeri trasportati, degli altri utenti della strada, nonché dell’autista stesso. È stata annullata la sanzione disciplinare di trenta giorni di sospensione, con congelamento degli aumenti retributivi per sei mesi irrogata illegittimamente all’autista per interruzione del servizio pubblico di trasporto locale.
Trib. Roma 28/10/2024 n. 10773
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