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"Tramite accordo aziendale è possibile introdurre un modello di orario di lavoro flessibile."
Discriminatorie le indagini investigative sul solo delegato sindacale
Se le indagini investigative sono state attivate solo nei confronti di un componente della RSU e non hanno coinvolto i colleghi di lavoro addetti ad attività assimilabili o svolte con le stesse modalità, il licenziamento per giusta causa è discriminatorio e comporta la reintegrazione in servizio del dipendente. In un ambiente di lavoro caratterizzato da accesa conflittualità sindacale, assume rilievo determinante la circostanza che le indagini investigative, pur avendo ad oggetto la verifica di elementi contrattuali pertinenti ad una pluralità di dipendenti, siano state indirizzate nei confronti del solo delegato sindacale. L’attivismo sindacale è un fattore di rischio ed esso induce a ritenere che, se non sono dimostrate le ragioni che avevano indotto ad avviare le indagini investigative nei confronti del responsabile sindacale aziendale, la sanzione massima espulsiva sia stata determinata da un intento persecutorio legato all’attività sindacale del lavoratore.
Cass. (ord.) 27/01/2023 n. 2606
Limiti di ripetibilità dell’indebito pagamento retributivo e previdenziale
La ripetizione da parte di enti pubblici degli indebiti retributivi e previdenziali erogati a soggetti privati è legittima, ma deve avvenire con modalità che tutelino l’incolpevole affidamento riposto dal soggetto percettore nel versamento delle somme non dovute. Punto di partenza è l’art. 2033 cod. civ., a norma del quale il soggetto che ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto a ripetere (ovvero a recuperare) ciò che ha pagato. La Corte Costituzionale ha confermato la legittimità costituzionale della norma e fissato alcuni limiti entro cui, a tutela del legittimo affidamento del percettore dell’indebito pagamento, è consentita la ripetizione delle somme erroneamente versate sul piano retributivo e previdenziale: (i) il dovere del creditore di rateizzare l’importo da restituire; (ii) la temporanea inesigibilità del credito in presenza di particolari condizioni personali del debitore, ovvero allorquando la restituzione colpisce diritti fondamentali della persona; (iii) l’accesso del percettore alla tutela risarcitoria nei confronti dell’ente pubblico erogatore in presenza di responsabilità precontrattuale di quest’ultimo.
Corte Costituzionale 27/01/2023 n. 8
Garante Privacy si pronuncia sul Decreto Trasparenza
Sono pervenuti i chiarimenti del Garante per la protezione dei dati personali rispetto al Decreto Legislativo 104/2022 sulle condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili. Il Garante segnala che la stesura dei contratti di lavoro alla luce dei nuovi più pregnanti obblighi informativi comporta di prestare attenzione particolare al trattamento dei dati personali dei lavoratori e richiede, quindi, che siano applicati i principi di liceità, correttezza e trasparenza previsti dal Regolamento (UE) 2016/679. Il Garante si sofferma sull’utilizzo dei sistemi decisionali automatizzati di cui al novellato Art. 1-bis del Decreto Legislativo n. 152/1997 (quale introdotto dall’art. 4 del Decreto Legislativo 104/2022) e conferma che la formulazione della norma soffre di una locuzione indeterminata e generica. Tuttavia, si precisa come sia necessario che il datore di lavoro verifichi la sussistenza di idonei presupposti di liceità prima di effettuare il trattamento dei dati dei lavoratori attraverso i sistemi decisionali automatizzati.
Garante della Privacy, Circolare 25/01/2023
Tassazione dei piani di incentivazione ai dipendenti
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, nel contesto di piani di incentivazione con pagamento in azioni, ai fini della determinazione della tassazione del reddito in capo ai dipendenti, il valore normale delle azioni loro assegnate (ex art. 9 del TUIR) va determinato alla data in cui avviene il relativo trasferimento di titolarità. Il caso su cui si è pronunciata l’Agenzia si riferiva all’esercizio dell’opzione da parte di due dipendenti, a seguito della quotazione in borsa delle azioni ricomprese nel piano di incentivazione (denominato “Virtual share incentive plan”) cui essi avevano partecipato. La società quotata decide di onorare il “payout” per l’opzione esercitata dai dipendenti trasferendo loro una quota di azioni, invece del pagamento diretto di una somma di denaro. L’Agenzia delle Entrate stabilisce che, in questa fattispecie, il valore normale delle azioni assegnate si determina (ai fini fiscali) alla data in cui è avvenuto il trasferimento materiale delle azioni.
Agenzia delle Entrate, Risposta ad interpello 26/01/2023 n. 168
Subordinazione anche senza soggezione al potere di direzione e controllo
Se le concrete modalità di svolgimento della prestazione non consentono di apprezzare la soggezione del lavoratore al potere di direzione e controllo datoriale, non per questo la natura subordinata del rapporto di lavoro deve essere radicalmente esclusa. Altri elementi indiziari che sono tipica espressione di una prestazione di lavoro dipendente possono integrare gli estremi della subordinazione e portare, quindi, il giudice a riqualificare un rapporto di lavoro consulenziale (quindi, autonomo) in un rapporto di lavoro subordinato. Sulla scorta di questo principio è stata riconosciuta la natura subordinata di un rapporto di consulenza caratterizzato da continuità della prestazione, dal rispetto di un orario prefissato di lavoro, dal versamento di un compenso fisso mensile e dall’assenza in capo al consulente di un (sia pur minimo) rischio d’impresa.
Cass. (ord.) 16/01/2023 n. 1095
Sospensione per violazione della sicurezza anche alle microimprese
Anche le microimprese soggiacciono al provvedimento di sospensione dell’attività aziendale in presenza di gravi violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La sospensione si applica, in particolare, nel caso in cui sia riscontrato che l’impresa non ha adottato il Documento di valutazione dei rischi (DVR) e non ha effettuato la nomina del Responsabile dei servizi di protezione e prevenzione (RSPP). La sospensione si applica anche all’impresa che occupi un solo lavoratore <<in nero>>. La norma che esclude dalla sospensione dell’attività le microimprese con un solo lavoro irregolare si applica, infatti, limitatamente alle ipotesi in cui sia accertato che il lavoratore doveva essere inquadrato come lavoratore subordinato. Se, tuttavia, la microimpresa è anche responsabile per altre violazioni connesse alla mancata adozione di essenziali misure previste per la tutela della salute dei lavoratori e contro il rischio di infortuni sul lavoro, allora il provvedimento di sospensione viene legittimamente adottato.
INPS, Nota 24/01/2023 n. 162
L’indennità sostitutiva del preavviso non si computa nel tfr
L’indennità sostitutiva del periodo di preavviso non va inserita nella base di calcolo del trattamento di fine rapporto (tfr). Il codice civile (art. 2120) specifica che rientrano nel computo del tfr tutte le somme corrisposte, a titolo non occasionale, in dipendenza del rapporto di lavoro. Partendo da questa nozione, la Cassazione chiarisce che, nel caso in cui il dipendente sia stato esonerato dal prestare in servizio il periodo di preavviso, il rapporto si estingue con effetto immediato e la corresponsione dell’indennità economica sostitutiva non è riconducibile ad un arco di tempo lavorato. La Cassazione aderisce all’indirizzo (oggi prevalente) dell’efficacia obbligatoria del preavviso, per cui il periodo di mancato preavviso è escluso dal computo delle voci differite della retribuzione, quali le mensilità aggiuntive, l’incidenza delle ferie e il tfr.
Cass. 19/01/2023 n. 1581
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